I Campi Flegrei, una rigogliosa e articolata area situata a ovest di Napoli, rappresentano uno dei complessi vulcanici più affascinanti e complessi dell’intero pianeta. Questa vasta caldera, formatasi circa 39.000 anni fa in seguito alla monumentale eruzione del Tufo Giallo Napoletano, è di fatto un laboratorio a cielo aperto per vulcanologi, geologi e appassionati di scienza di tutti i tempi e di tutto il mondo.
La Solfatara di Pozzuoli: un simbolo fragile
Un tempo uno dei luoghi più visitati della regione, la Solfatara di Pozzuoli è oggi chiusa al pubblico a seguito di un tragico incidente che, nel 2017, coinvolse una famiglia di turisti. Questo cratere attivo, celebre per le sue fumarole e giganteschi depositi di zolfo, è stato per secoli una finestra affacciata sul cuore della Terra, offrendo una visione straordinaria e diretta dei processi vulcanici sotterranei.
Nonostante la chiusura, la Solfatara continua a rappresentare un’importante risorsa per la ricerca. Le attività di monitoraggio e studio dei gas emessi dalle fumarole proseguono grazie agli studi condotti dall’Osservatorio Vesuviano, parte dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), che tiene sotto controllo i segnali di attività del cosiddetto supervulcano.
L’Osservatorio Vesuviano e la rete di monitoraggio
Fondato nel 1841, l’Osservatorio Vesuviano è il più antico istituto vulcanologico al mondo. Oggi, i suoi ricercatori utilizzano tecnologie avanzate per monitorare non solo il Vesuvio, ma anche i Campi Flegrei. I complessi sistemi di rilevamento sismico, GPS e termografia a infrarossi consentono di osservare in tempo reale ogni sussulto e minima variazione della caldera, la cui instabilità è resa evidente dal fenomeno del bradisismo, la cui attività si è intensificata in tempi recentissimi.
Negli ultimi tempi, ma in realtà da almeno vent’anni, il sollevamento del suolo a Pozzuoli ha sollevato domande cruciali sulla possibile riattivazione del vulcano. Sebbene non vi siano segnali immediati di eruzioni, il costante monitoraggio è fondamentale per la sicurezza delle popolazioni locali.
Geotermia: una risorsa inesplorata
I Campi Flegrei non sono solo una minaccia da gestire, ma anche una risorsa dal potenziale immenso. Le ricerche condotte negli anni Settanta e Ottanta avevano già evidenziato la possibilità di sfruttare il calore sotterraneo per la produzione di energia geotermica. Tuttavia, progetti ambiziosi come il “Campi Flegrei Deep Drilling Project” hanno incontrato resistenze adducibili a motivi economici, ambientali e non da ultimo, di sicurezza.
Con l’avanzamento delle tecnologie, però, il panorama potrebbe cambiare. L’energia geotermica, sostenibile e a basso impatto ambientale, rappresenta una soluzione che ha derl potenziale per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. In quest’ottica, i Campi Flegrei potrebbero diventare un modello di integrazione tra uomo e natura.
Il futuro dei Campi Flegrei: tra scienza e turismo
Guardando al futuro, i Campi Flegrei offrono un’occasione unica: coniugare la ricerca scientifica, la tutela ambientale e la valorizzazione turistica. La riapertura della Solfatara, in condizioni di sicurezza, potrebbe rappresentare un passo importante in questa direzione, rendendo nuovamente accessibile un patrimonio di inestimabile valore.
Allo stesso tempo, iniziative costanti di divulgazione e didattica, come visite guidate all’Osservatorio Vesuviano o progetti educativi sulle energie rinnovabili, potrebbero sensibilizzare il pubblico e soprattutto le nuove generazioni sull’importanza di questo territorio.
Un invito alla scoperta
I Campi Flegrei non sono solo un luogo, ma un’esperienza. Tra vulcani dormienti, fumarole e bradisismo, ogni angolo di questo territorio racconta una storia millenaria di trasformazioni.
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Fonti e approfondimenti:
Tracking the 2007-2023 magma-driven unrest at Campi Flegrei caldera (Italy)
Pubblicato su Nature Communications of Earth and Environment, questo studio indaga sull’accumulo progressivo di magma a profondità tra 4 e 6 km sotto la caldera. È stato osservato che questo fenomeno guida l’attività attuale, caratterizzata da sollevamenti del terreno, aumento della sismicità e maggiori emissioni di gas, specialmente nell’area della Solfatara
Progetto “LOVE-CF” (Linking Observables to sub-Volcanic systems)
Questo progetto multidisciplinare finanziato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha esaminato il legame tra deformazioni superficiali e i sistemi magmatici sotterranei. Lo studio ha confermato che la deformazione è guidata da pressioni magmatiche e ha fornito strumenti per prevedere possibili evoluzioni vulcaniche
Ground deformation and seismicity analysis in Campi Flegrei
Una ricerca condotta tra il 2015 e il 2023, che ha identificato tassi di sollevamento del terreno (fino a 1,4 cm/mese) e un aumento significativo della sismicità dal 2021. I dati raccolti tramite GNSS e tecniche di interferometria radar satellitare mostrano un’anomalia nei modelli di deformazione del terreno, correlata al trasporto di gas e al movimento del magma
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